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Il Progetto PARI Incroci di Genere ha visto il suo inizio nel luglio del 2023, e lungo questo percorso verso la parità di genere, in IVL insieme ai partner di progetto e a tutti gli stakeholder abbiamo potuto imparare ed esplorare tantissimi aspetti che, intersecandosi, contribuiscono al fenomeno del gender pay gap.
Questo progetto è stato ed è, per noi, molto più che un impegno concreto verso un mondo del lavoro equilibrato e giusto, dove ognuno e ognuna possa valorizzare il proprio potenziale, ma è stata l’opportunità per capire a pieno la complessità e la profondità delle dinamiche che ostacolano la parità di genere.
Ogni incontro, ogni confronto, ci ha insegnato qualcosa di nuovo, e oggi vogliamo condividere con voi i punti chiave di ciò che abbiamo appreso e che guideranno il nostro impegno futuro.
Il potere delle parole, dal linguaggio inclusivo ai linguaggi ampi
Una delle prime cose che abbiamo capito è l’importanza del linguaggio, perché le parole che usiamo plasmano la nostra percezione del mondo e delle altre persone.
Quando utilizziamo un linguaggio che riconosce tutte le soggettività stiamo costruendo un mondo più equo, in cui ogni persona possa sentirsi accolta e rappresentata: utilizzare un linguaggio ampio, ovvero attuare la precisa scelta di usare termini e formulazione paritarie e in continua espansione, aiuta a evitare discriminazioni e marginalizzazioni.
Abbiamo parlato, molto, anche di femminili professionali, ovvero della possibilità, prevista dalla corretta grammatica della lingua italiana, di declinare i titoli professionali al femminile.
Così, abbiamo imparato che c’è un modo democratico di diffondere la parità: riflettere sul nostro modo di parlare e scrivere.
Tutto ciò richiede tempo e pratica, ma questo gesto che sembra piccolo ha, invece, un impatto profondo sulla realtà che ci circonda.
Il ruolo di autostima e autovalorizzazione
Un altro tema che è emerso è quello dell’autostima e dell’autovalorizzazione.
Nel corso di questi mesi, abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare le storie e le riflessioni di molte donne che, pur essendo competenti e preparate, faticano a riconoscere il proprio valore a sé stesse prima di tutto.
Questo ostacola le opportunità di crescita di carriera e, non da meno, il proprio livello di soddisfazione.
Abbiamo capito che la valorizzazione di sé non è solo un atto individuale, ma una responsabilità collettiva: lavorare sulla consapevolezza di sé rende le persone più motivate e più libere di esprimere a pieno il proprio potenziale e contribuire attivamente al mercato del lavoro.
Gli stereotipi di genere: tanto invisibili quanto potenti
Le ricerche fatte nell’ambito del progetto ci hanno dimostrato che gli stereotipi di genere influenzano profondamente le scelte che facciamo e le opportunità che riteniamo accessibili o adeguate: condizionano le nostre abitudini e aumentano la pressione delle aspettative sociali che sentiamo gravare su di noi.
Decostruire questo sistema di credenze richiede un percorso di consapevolezza, e proprio questo ci ha stupito: una delle lezioni più significative di questo percorso è stato apprendere della mancata (o parziale) consapevolezza rispetto alla presenza di atteggiamenti discriminatori e di affermazione di stereotipi di genere.
Molte persone non sembravano rendersi conto di aver messo in atto o di aver subito delle vere e proprie discriminazioni di genere nel proprio contesto lavorativo, e ciò è problematico perché non possiamo correggere un errore che non sappiamo sia stato commesso.
Questa mancata consapevolezza ha testimoniato il ruolo cruciale che hanno la formazione e la sensibilizzazione, perché insegnare a riconoscere la presenza di condizioni di disuguaglianza è il primo passo verso la parità.
L’equilibrio vita-lavoro e il carico del lavoro di cura
Un tema cruciale emerso nel corso di numerosi incontri è la questione dell’equilibrio vita-lavoro, legato in modo diretto alla parità di genere.
Il lavoro di cura, che comprende tutte le attività domestiche e di assistenza familiare, continua a gravare maggiormente sulle donne: un esempio è il fatto che le donne spesso ricorrono al part-time per dedicarsi ad attività di cura, non retribuite e non riconosciute, rinunciando alle proprie ambizioni professionali e con grandi conseguenze anche sulla pensione.
Non è possibile parlare di parità di genere senza affrontare il tema della distribuzione equa del lavoro di cura, ed è essenziale implementare delle politiche che incoraggino alla condivisione equa tra uomini e donne, e che diano maggiore flessibilità a tutti i lavoratori e le lavoratrici, come ad esempio l’estensione e la ridefinizione del congedo parentale, una misura già esistente ma poco praticata dagli uomini.
Ripensare l’organizzazione del lavoro a favore della flessibilità
Un’altra grande lezione che abbiamo appreso è la necessità di riorganizzare il lavoro in modo tale da renderlo più inclusivo e conciabile con le esigenze personali e non solo.
Il mercato del lavoro, in questa fase, è molto dinamico: le imprese che sono state intervistate nella fase di ricerca ci hanno confermato che gli investimenti organizzativi per rendere l’azienda più inclusiva e più aperta, si ripagano non solo in termini di visibilità verso l’esterno ma soprattutto nella riduzione del turn-over e nell’aumento della motivazione.
Questo approccio organizzativo supporta l’uguaglianza di genere, e soprattutto aumenta la produttività e il benessere di tutte le persone che lavorano, e deve essere necessariamente accompagnato da un’equa condivisione del lavoro di cura.
La necessità di un’educazione alla parità fin dalla giovane età
Infine, uno degli aspetti che abbiamo considerato fondamentale è l’educazione alla parità di genere fin dalla più giovane età.
Nell’interrogarci da dove nascessero gli stereotipi e le convinzioni che insistono in ognuno di noi, è stata unanime la risposta: è così da sempre, fin da quando siamo bambine e bambini.
Promuovere un’educazione alla parità significa piantare i semi per un futuro più equo, in cui il rispetto e le uguali opportunità siano alla portata di ogni persona.
In conclusione
Il percorso che stiamo facendo ha aumentato la consapevolezza delle sfide che ci aspettano ma anche delle opportunità che possiamo cogliere, e siamo felici di aver potuto condividere queste riflessioni con il territorio.
Dott.ssa Franca Bandiera
Direttrice di Istituto Veneto per il Lavoro
Ci vediamo il mese prossimo!
Sempre qui, sempre l’otto, sempre alla PARI.
Stay tuned!
Le iniziative di Incroci di Genere non sono ancora finite: vi aspettiamo alle prossime!
FACCIAMO IN MODO CHE I CONTI TORNINO!
Laboratori per un’equità retributiva a regola d’Arte!
12/11/2024, dalle ore 15:00
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IL GIUSTO VALORE. IMPARARE A PRESENTARSI: UN LABORATORIO PER ATTRICI E ATTORI
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IL BILANCIO SENZA PAURA: TECNICHE DI NEGOZIAZIONE
Laboratorio di psicanalisi e cifrematica
Coordinato da Arianna Silvestrini